Quando parliamo di Disturbi sessuali facciamo riferimento ad un ambito estremamente vasto ed eterogeneo. La classificazione più diffusa ne distingue tre grandi categorie, molto differenti tra loro sia in relazione alla relativa sintomatologia, sia per quanto riguarda i vissuti e le dinamiche intrapsichiche che le determinano. Possiamo parlare, quindi, di Disfunzioni sessuali, Parafilie, e Disturbi dell’identità di genere. Conosciamole meglio.

Disfunzioni sessuali: si manifestano sotto forma di modificazioni del desiderio sessuale e delle risposte sessuali a livello psicofisiologico, che ostacolano o impediscono il rapporto sessuale. Alcune disfunzioni sessuali possono essere considerate “patologie miste” perché hanno origine da una causa organica sulla quale possono innestarsi successivamente ulteriori problematiche di natura psicologica; altre disfunzioni, invece, hanno una natura esclusivamente psicosessuale, relativa quindi al funzionamento intrapsichico dell’individuo. Tra le cause organiche più frequenti dei disturbi sessuali troviamo: scompensi ormonali (in particolare nelle donne alla vigilia della menopausa), diabete, abuso di sostanze alcoliche (entrambi i fattori sono legati, negli uomini, alla disfunzione erettile), disturbi neurologici, effetti collaterali relativi a particolari farmaci. Nonostante queste evidenze mediche, possiamo però affermare che le cause più comuni delle disfunzioni sessuali sono di natura psicologica, legate in genere a: ansia da prestazione, timore della gravidanza o della trasmissione di malattie virali, depressione, idee distorte relative al sesso, pregiudizi di tipo religioso o morale e problemi relazionali.

Le disfunzioni sessuali sono molto diffuse e possono riguardare una o più fasi della risposta sessuale: la Fase del Desiderio, la Fase di Eccitazione, la Fase dell’Orgasmo e la Fase di Risoluzione.

Ecco un elenco delle forme più comuni.

Disturbo da desiderio ipoattivo: carenza o totale assenza di desiderio sessuale.

Disturbo da avversione sessuale: presenza di sentimenti di ripugnanza nei confronti dell’attività sessuale e/o verso gli organi sessuali.

Disturbo dell’eccitazione sessuale femminile: assenza di eccitazione e di attivazione sessuale;

Disturbo maschile dell’erezione: disfunzione erettile o “impotenza”, ovvero incapacità di raggiungere un’adeguata erezione, o di conservarla fino al completamento dell’attività sessuale.

Disturbo dell’orgasmo femminile: ricorrente ritardo o assenza dell’orgasmo dopo una normale fase di eccitazione sessuale.

Disturbo dell’orgasmo maschile: eiaculazione ritardata o suo ricorrente ritardo o, ancora, assenza dell’orgasmo dopo una fase normale di eccitazione sessuale.

Eiaculazione precoce: incapacità di controllare l’eiaculazione, per cui questa avviene prima che il rapporto sessuale sia concluso.

Eiaculazione tardiva: incapacità di portare a termine il rapporto sessuale, anche in presenza di adeguata stimolazione sessuale e desiderio a eiaculare.

Eiaculazione dolorosa: presenza di dolore durante l’atto eiaculatorio, generalmente causato da infezioni alla prostata.

Dispareunia: dolore genitale che viene avvertito durante o, più raramente, dopo il rapporto sessuale;

Vaginismo: ricorrenti o persistenti contrazioni involontarie dei muscoli all’ingresso della vagina nel momento in cui si tenta la penetrazione vaginale con pene, dita, tamponi o speculum;

Parafilie: una delle definizioni più condivise le descrive come ricorrenti e intensi impulsi, fantasie o comportamenti sessuali che coinvolgono oggetti, attività o situazioni non comuni (oggetti o esserinon umani, ricevere e/o infliggere un’autentica sofferenza fisica, umiliare se stessi o il proprio partner), bambini o altre persone non consenzienti. Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali elenca: Esibizionismo, Feticismo, Frotteurismo, Pedofilia, Masochismo sessuale, Sadismo sessuale, Feticismo di Travestimento, Voyeurismo, Parafilia non altrimenti specificata.

Disturbi dell’identità di genere: consistono in una profonda identificazione dal parte del soggetto con il sesso opposto a quello d’appartenenza, e con un conseguente vissuto di malessere relativo all’oggettività fisica del proprio corpo.