L’ansia fa parte della natura umana. È la risposta fisiologica del nostro organismo che si prepara ad affrontare un pericolo. In un’ottica filogenetica, quando i nostri antenati si trovavano di fronte alla minaccia dei predatori o di popoli ostili, lo stato di attivazione che subiva il loro organismo li prepara alla lotta o alla fuga. Al giorno d’oggi abbiamo pericoli di tutt’altra natura, ma davanti a una situazione che percepiamo come minacciosa, che ci mette tensione, si attivano in noi gli stessi meccanismi di un tempo. Da questa premessa è facile comprendere come lansia, se moderata, possa essere una risorsa, proprio perché ci mette in allerta di fronte alle una situazioni più impegnative, aiutandoci a mobilitare le risorse che ci sono necessarie per affrontarle al meglio. Al contrario, l’ansia può diventare un vissuto paralizzante quando è eccessiva rispetto alle situazioni che ci troviamo a fronteggiare, o quando si protrae per troppo tempo. In questi casi, anche svolgere la più semplice attività può comportare uno sforzo enorme (come recarsi a un appuntamento, partecipare a una festa, parlare in pubblico, sostenere un esame, ecc.). In questi casi è molto frequente che le persone finiscano per evitare le situazioni che generano ansia; ad esempio, uno studente che vive gli esami con estrema tensione può decidere, con ogni probabilità, di abbandonare l’università pur di non trovarsi più a vivere quelle esperienze ansiogene.

A volte le strategie di evitamento con le quali proviamo a difenderci dall’ansia possono essere quasi nascoste, per cui ci sottraiamo alle situazioni temute quasi senza rendercene conto, giustificando il nostro comportamento con ragionamenti apparentemente inattaccabili ma che, se osservati con attenzione, risultano forzati, e tradiscono il solo scopo di proteggerci dall’evento temuto. Ad esempio una persona che vive un’ansia patologica quando parla in pubblico, potrebbe evitare di prendere la parola dicendosi che non conosce bene l’argomento o che è più rispettoso lasciar parlare gli altri. È facile intuire quanto possa essere alto, in queste condizioni, il prezzo da pagare vivere una quotidianità quanto più al riparo dall’ansia.

I Disturbi d’ansia possono prendere diverse forme. Ecco le più comuni:

Attacchi di panico: sono episodi di improvvisa e intensa agitazione, che può culminare nel terrore vero e proprio, accompagnata da insopportabili sensazioni fisiche, come: nausea, tremori, sudorazione, palpitazioni, dolori al petto, senso di soffocamento, paura di impazzire o di morire. La persona ha la sensazione che qualcosa di catastrofico stia per avvenire. Gli attacchi di panico possono presentare anche agorafobia, caratterizzata dall’ansia di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto in caso di attacco di panico.

Disturbo d’ansia generalizzato: è caratterizzato da un vissuto dansia eccessivo, che non è legato a situazioni specifiche, ma tende piuttosto ad essere presente in tutti i contesti della vita.

Disturbo post traumatico da stress: può comparire in seguito a un evento estremamente traumatico, anche a distanza di mesi, dopo il quale la persona che ne è stata vittima inizia a soffrire di forti stati d’ansia, paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore, ed è costretta ad evitare tutti quegli stimoli che vengono associati con il trauma.

Disturbo acuto da stress: presenta gli stessi sintomi del Disturbo post traumatico da stress, ma a differenza di quest’ultimo ha origine immediatamente dopo un episodio traumatico e si risolve spontaneamente entro un mese dall’evento.

Disturbo ossessivo-compulsivo: è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri ricorrenti e intrusivi, su cui la persona non ha controllo e che provocano un senso di malessere. Le compulsioni sono comportamenti o azioni mentali che ci si sente costretti a compiere in seguito al pensiero ossessivo, nel tentativo di alleviare l’ansia che l’ossessione ha generato. Esempi tipici sono: lavarsi ripetutamente le mani, riordinare quotidianamente armadi e cassetti già perfettamente in ordine, controllare incessantemente di aver chiuso il gas o il lavandino, ecc.

Fobia sociale: la persona vive una paura intensa di trovarsi in determinate situazioni sociali o di svolgere prestazioni dalle quali possa derivare un giudizio negativo, come l’esperienza di parlare in pubblico.

Fobia specifica: viene sperimenta un’ansia eccessiva rispetto a oggetti o situazioni particolari, come, ad esempio: alcuni animali, l’altezza o viaggiare in aereo.